Sviluppo
del territorio ecosostenibile e democrazia energetica: il patto dei
sindaci come motore per il rilancio economico.
La tutela del territorio passa attraverso il concetto
di sviluppo equilibrato e sostenibile; per uno sviluppo del territorio
eco-compatibile è necessario che le amministrazioni comunali si dotino di un
sistema programmato di interventi e progetti, che permettano di identificare un
percorso chiaro e costruttivo.
Uno strumento innovativo, per programmare un percorso di
sviluppo sostenibile e, quindi, di tutela del territorio e di
“democrazia energetica” è messo a disposizione dall’iniziativa europea definita
come “Il patto dei Sindaci” (COVENANT OF MAYORS).
Il Patto dei Sindaci è un’iniziativa europea che nasce dalla
consapevolezza che gli obiettivi ambiziosi che l’UE si
è prefissata al 2020 ,in tema di riduzione delle emissioni inquinanti, del
risparmio energetico e dello sviluppo territoriale eco-sostenibile ,ma ancor di
più quelli che assumerà successivamente, per percorrere con serietà la strada
della decarbonizzazione dell’economia, non potranno essere raggiunti senza un
reale coinvolgimento degli Enti locali e regionali; infatti, nelle città si
consuma la maggior parte dell’energia ed è quindi con le città che si
deve percorrere la strada della riduzione delle emissioni climalteranti.
Con il Patto dei Sindaci le città si assumono l’impegno di
ridurre le proprie emissioni di oltre il 20% entro il 2020. Ciò attraverso la
redazione e la successiva attuazione di un Piano di Azione locale che metta in
evidenza le potenzialità del territorio e le opportunità, anche di natura
economico-finanziaria, che sono a disposizione. Non è un piano limitato al solo
contenimento delle emissioni date dall’uso delle combustioni; è un vero e
proprio progetto generale di sviluppo territoriale che tocca vari aspetti della
vita sociale ed economica di una comunità.
Ad oggi sono oltre 4.500 i Comuni europei aderenti al Patto
e, di questi, circa la metà (2.200) sono italiani.Per la prima volta vengono
chiamati in causa dall’Europa per lavorare insieme ai Governi nazionali
affinché la tanto menzionata, ma poco applicata, governance di multilivello,
sia effettivamente messa in atto.
"PATTO DEI SINDACI” come motore della GREEN ECONOMY e
strumento per la democrazia energetica.
Con l’adesione al patto, un’amministrazione comunale prende
il preciso impegno di predisporre un PAES (PIANO AZIONE ENERGIA SOSTENIBILE).
Per predisporre il piano, l’amministrazione deve avviare un
processo di reperimento dati, sulla situazione energetica dei propri stabili e
della propria struttura cittadina; ad esempio, è necessario rilevare lo stato
delle costruzioni di proprietà, in merito al loro status energetico ( qualità
dell’isolamento termico, verifica dello stato degli impianti elettrici e
termosanitari) ; moltissime amministrazioni non sanno nemmeno quanto spendono
in consumi energetici e in manutenzioni non programmate e, questo problema,
mette a serio rischio una corretta gestione delle già scarse disponibilità
economiche che l’amministrazione stessa ha a disposizione. Avviare un percorso
di raccolta dati della situazione del patrimonio immobiliare e tecnologico
comunale, anche aldilà della volontà di aderire al patto dei sindaci, permette
di avere un corretto quadro della situazione e, quindi, permette di orientare
correttamente e senza sprechi, le risorse a disposizione.
Quando i dati sono a disposizione, l’amministrazione è in
grado di predisporre il piano di azione vero e proprio; fatta l’analisi tecnica
dei dati, infatti, è possibile programmare interventi, ad esempio, per:
P.R.I.C.: piano regolatore illuminazione comunale; questo
progetto prevede la revisione globale del sistema di illuminazione pubblica, analizzandone
fonti di spreco e interventi possibili per ottimizzare l’uso del sistema di
illuminazione pubblica. È possibile programmare sostituzioni di corpi
illuminanti obsoleti e con rendimenti pessimi, con apparecchi ad elevata
efficienza e a contenimento dei consumi, quali ad esempi quelli che sfruttano
la tecnologia a LED; nel piano è possibile prevedere sistemi di contenimento
dei consumi, tramite installazione di apposite centraline a controllo
programmabile, per regolare il flusso luminoso in base ad orari prestabiliti,
programmando un rientro monetario dato dal risparmio di energia consumata.
Programmazione degli interventi strutturali per il risparmio
energetico: isolazione degli edifici, manutenzione degli impianti elettrici
e termici, sviluppo del corretto impiego delle fonti di energia
rinnovabile ( fotovoltaico, eolico, idroelettrico e biomassa).
Programmazione del sistema di mobilità comunale
eco-sostenibile.
Quali gli strumenti a disposizione di un’amministrazione per
applicare il PAES?
I problemi principali delle amministrazioni sono due: uno di
ordine economico e uno di carattere tecnico.Per quanto riguarda il problema
tecnico, vi è da dire che molte amministrazioni comunali, purtroppo, hanno al
loro interno una struttura con una preparazione tecnica non sicuramente
all’altezza delle conoscenze richieste oggi, sia in ambito energetico che nel
contesto di sviluppo eco-sostenibile; mancano adeguati percorsi di formazione e
informazione per il personale tecnico delle amministrazioni comunali; tecnici
che, purtroppo molto spesso, sono disinformati sulle novità tecnologiche, ma
anche sui percorsi virtuosi che si possono sviluppare con aiuti economici messi
a disposizione sia dalla comunità europea, sia dalle agevolazioni fiscali.Il
problema economico è sicuramente il più rilevante; sempre maggiori, infatti,
sono le difficoltà di reperire risorse, per mettere in esecuzione progetti di
qualsiasi tipo.
La soluzione del problema economico di reperimento dei fondi
per la predisposizione e l’attuazione del PAES, tuttavia è meno
traumatica della soluzione al problema tecnico; infatti, gli strumenti
finanziari per attuare il PAES, consentendo ai comuni di non intaccare il
proprio bilancio, sono molti qui ne cito solo alcuni:
Finanziamenti diretti dalla comunità europea tramite il FESR
( fondo europeo di sviluppo regionale), fondo ELENA ( European local energy
assistance); EEEF: fondo europeo per efficienza energetica; queste sono solo
alcune iniziative europee per sostenere il patto dei sindaci, ma vi sono molti
altri percorsi di finanziamento percorribili, che possono coprire molte
componenti del piano di azione; anche accedendo a finanziamenti non mirati
direttamente a tale piano, ma a singole parti del piano stesso.
In Italia , per esempio,vi sono altri percorsi che possono
concorrere, assieme ai fondi europei, a sviluppare il piano predisposto: il
nuovo CONTO TERMICO, che è in fase di partenza in questi giorni, riserva
una considerevole quota di finanziamenti riservati esclusivamente alle amministrazioni
pubbliche, in tema di interventi di ristrutturazione e sviluppo delle energie
rinnovabili; vi sono contributi provinciali anche per interventi relativi al
piano regolatore dell’illuminazione comunale (PRIC).
Questi sono solo alcuni esempi per mettere in evidenza che
le strade da percorrere per lo sviluppo ecosostenibile delle nostre città è
veramente possibile; la democrazia energetica è attivabile realmente, usando
mezzi e conoscenze che è sempre più necessario avere e mettere a disposizione
del bene comune.Il piano di azione per energia sostenibile mette a disposizione
una serie di lavorazioni essenziali per la sua attivazione; ecco, quindi,
lo stretto collegamento tra il PAES e la possibilità di creare lavori pubblici
per le imprese di costruzioni edili, che si troverebbero coinvolte nelle opere
di riqualificazione degli edifici, piuttosto che le ditte di impiantisti,
necessarie alla realizzazione , per esempio, del nuovo sistema di illuminazione
pubblica, piuttosto che per i rinnovi degli impianti termosanitari.
Naturalmente anche i finanziamenti dell'esecuzione del piano vero e
proprio rientrano nei canali visti primi; sfruttare le risorse e gli incentivi
messi a disposizione dalla comunità europea, per questi interventi speciali, è
un'occasione da non perdere, viste le grandi difficoltà che le nostre aziende,
soprattutto nel capo delle costruzioni, stanno vivendo. Eppure, il sistema non
riesce a decollare, proprio perché sono moltissime le amministrazioni comunali
che non conoscono nemmeno l'esistenza di queste nuove vie di sviluppo. La
provincia autonoma di Trento ha aderito al patto, come coordinatore zonale, al
fine di incentivare i propri comuni ad aderire fattivamente al patto dei
sindaci che, operativamente rimane prerogativa esclusiva delle amministrazioni
comunali. In Trentino, per la verità, sono pochi i comuni che hanno
cominciato ad operare scelte forti di adesione ad una politica di democrazia
energetica applicata. Rovereto ha predisposto il Paes, il comune di Fondo lo
sta presentando e vi sono altri 3/4 comuni che hanno aderito al patto e stanno
lavorandoci; per Trento, purtroppo, sembra che non ci sia moltissima
predisposizione politica a recepire queste tematiche e la cosa mi spiace
parecchio, poiché personalmente ho cercato più volte di sensibilizzare
l'amministrazione in tal senso, con alcune proposte innovative davvero
interessanti e a costi rientrabili in tempi e modi letteralmente indolori! Naturalmente,
partire con un'adesione al Patto dei sindaci implica scelte diverse e
innovative, rispetto alla tradizionale gestione amministrativa delle nostre
città; scelte che devono coinvolgere persone che credono realmente in questo
sviluppo innovativo, che potrebbe davvero essere uno dei motori principali per
spingere “la nave” Italia, ma direi Europa, fuori da questa crisi lacerante. Per
crederci, è necessario investire in persone preparate e cercare di costruire un
percorso politico che guardi al futuro con occhi diversi, con la volontà di
provare percorsi davvero diversi dalla solita mediocrità che siamo costretti a
vedere e sentire da ormai molti anni.
Dobbiamo provare a guardare il futuro con occhi diversi e utilizzare strumenti diversi
che esistono, sostenuti finanziariamente dalla comunità europea; non possono più
valere le scuse dell’assenza di fondi per evitare l’innovamento tecnologico
delle città; i fondi esistono e, molto spesso, rimangono inutilizzati nelle
casse della comunità europea, perché le amministrazioni comunali non sanno come
accedervi.
Se proviamo a guardare il futuro con questi occhi diversi,
forse anche da qui può partire un reale messaggio politico innovatore; che può
essere promotore di metodi nuovi, anche per la nostra provincia, dove saremo
chiamati molto presto, alle prossime elezioni di ottobre, a decidere
nuovi percorsi, portati avanti magari con un pizzico di coraggio e di
lungimiranza maggiore.
Ogni municipalità trentina, con queste possibilità e aderendo
al patto dei sindaci, potrebbe contribuire a far crescere un nuovo modo di
conciliare politica e servizio per il bene collettivo; garantendo, quindi, una
democrazia energetica che possa essere motore, naturalmente non inquinante,
dello sviluppo territoriale e culturale. Una nuova cultura di sviluppo
territoriale, rispettosa dell'ecosistema in cui viviamo e all'insegna della
corretta gestione delle risorse energetiche che abbiamo a disposizione è
fondamentale per vincere le sfide sempre più difficili che ci troveremo ad
affrontare.
Marco
Ianes-ecologisti e reti civiche Verdi Europei.
Docente
di impianti elettrici e consulente del settore energia.
Tabella
del percorso del “patto dei sindaci”